Grazia Visconti

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intervista pubblicata su mangialibri.it



Escort life di Grazia Visconti
Aliberti editore 2008

[intervista di Francesca De Meis]

Nel tuo libro Escort life c’è una dettagliata ricostruzione storica del fenomeno prostituzione. Come ti sei documentata?
Ho un’intera sezione della mia biblioteca personale dedicata all'argomento, con una vasta selezione di titoli, da cui attingo quando mi servono informazioni, oltre ad un archivio di articoli che ho ritagliato e conservato nel tempo, e ad alcuni dossier che ho registrato dalla tv. Approfitto per fare una proposta ai vostri lettori: chi volesse contribuire ad arricchire il mio archivio personale con articoli di giornale, notizie sull'argomento, e via dicendo, può farlo compilando un semplice modulo nell'area "contatti" del mio sito all'indirizzo www.graziavisconti.net

Di solito pensiamo a queste donne che vendono il loro corpo come a delle disperate o a delle sprovvedute, ma le escort che hai intervistato sono invece donne determinate e a loro modo fragili...
E' vero... Non bisogna infatti confondere la prostituzione tradizionale, quella cioè esercitata ai bordi delle strade o comunque in situazioni di particolare disagio, con la prostituzione di lusso che solitamente è volontaria, ed esercitata in modo libero e autonomo. Le escort sono donne fragili per certi aspetti, ma anche delle vere imprenditrici di se stesse ed utilizzano le medesime strategie di marketing come in qualsiasi altra forma di commercio.


Nel tuo libro parli anche di prostituzione maschile. Qual è la differenza fondamentale tra una escort ed un gigolò? Ci sono discriminazioni anche nel tipo di prostituzione?
Non vedo alcuna differenza tra una escort ed un gigolo. In entrambi i casi vi è sempre la componente sessuale come merce di scambio. Rispetto al passato, vi è inoltre una netta scissione tra sessualità ed affettività sempre più frequente in ambito femminile, dove la vendita del corpo diventa, talvolta, la principale fonte di reddito. Denaro facile ottenuto in modo semplice e veloce. Vi può essere anche una diversa modalità di approccio con il cliente, ma di base non noto grandi differenze. L’unica differenza che intravedo è di ordine economico, poiché le tariffe di una escort sono solitamente più alte rispetto a quelle di un gigolo.
Anche le discriminazioni sono identiche. Dalle testimonianze raccolte, ho capito come anche per i ragazzi sia piuttosto complesso riuscire a rapportarsi con il quotidiano, riuscire a non condurre una vita sociale nell'ombra, riuscire ad affrontare il giudizio della gente.

Qual è l’episodio più curioso legato al sesso via internet, nel quale ti sei imbattuta durante la realizzazione del libro?
In questo momento non mi viene in mente nulla, mi spiace. Ma i vostri lettori potranno trovare nel mio libro tutti quegli aneddoti e quelle curiosità che in tre anni di indagini sono riuscita a tirare fuori dal misterioso mondo delle escort e dei gigolo.

Cosa secondo te ha portato in positivo ed in negativo il fenomeno del sesso via internet?
Se ci riferiamo al sesso virtuale, Internet ha portato certamente alcuni vantaggi. In primis, per tutti coloro che non riuscivano a reggere l'impatto con la realtà ed avevano bisogno di una sorta di "rodaggio", la Rete rappresenta l'isola felice, perché ora possono finalmente esprimersi senza alcuna forma di condizionamento e senza temere il destabilizzante incontro/confronto con la fisicità. Se ci riferiamo, invece, al meretricio, la gestione autonoma dell'attività ha fatto in parte sparire la figura del protettore. Dico in parte poiché sono convinta che, almeno all’inizio, la figura dell'amico-amante-compagno sia presente al fianco di queste ragazze. In particolare al fianco di tutte quelle escort straniere che non conoscono una parola della lingua italiana. Sull'altro fronte, la rivoluzione internettiana ha però amplificato le cose portando ad un maggiore isolamento, ad una maggiore, proprio perchè più semplice e veloce, mercificazione del corpo e, di conseguenza, ad una maggiore aridità di rapporti e di sentimenti.

Pensi che riaprire le case chiuse possa risolvere i problemi legati alla prostituzione, dal racket alla diffusione delle malattie?
Una riapertura delle "case chiuse" non porterebbe a nulla di positivo, dal mio punto di vista, perché vi sarebbe solo un ritorno al passato senza alcun miglioramento. Penso invece che potrebbero essere determinanti nella lotta contro la prostituzione di strada, i quartieri a luci rosse in zone periferiche delle città, presidiate e monitorate continuamente dalle forze dell'ordine. In questo modo, avremmo una prostituzione libera, nel senso che non sarebbe controllata dallo Stato, ma al tempo stesso anche una maggiore tutela sotto il profilo della sicurezza, dell’igiene sanitaria e del contenimento della criminalità organizzata.

Leggi l'intervista su Mangialibri.it



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